11.03.05 Diari dal Polo Sud 

...Siamo penultimi e la frustrazione di essere passati dalle stelle alle stalle permea l'atmosfera a bordo, anche se tutti facciamo finta di nulla e continuiamo a sperare in un miracolo, che fermi per una giornata le barche che ci precedono. Intorno a noi lo scenario è impressionante.

Qui sembra si fabbrichino le nuvole: abbiamo navigato tutto il giorno con 35 nodi di vento sotto un cielo sereno, nel quale, come per magia, si formavano nuvoloni neri, così dal nulla, al nostro mascone! Ci venivano addosso impetuosi, con il vento che rinforzava a 45 nodi e dopo pochi minuti, così come si erano materializzati imponenti, si dissolvevano come non fossero mai esistiti.

Le onde maestose raramente salgono a bordo: preferiscono tenerci tutto il tempo con il fiato sospeso e poi all'ultimo momento, quasi a schernirci, si tuffano sotto le nostre fiancate, che tengo ben alte essendo superinvelato. Sì, per contrastare e vincere queste condizioni bisogna essere super invelati, altrimenti cadi in balia di tutto, perdi il controllo e diventi insicuro. La cosa più magica avviene nel momento in cui la cresta dell'onda sta per rovesciarsi e frangere al suo apice: immediatamente l'acqua grigio-scura diventa trasparente alla luce del sole retrostante, assume un colore azzurro intenso e ti regala un momento di inebriante luminosità. L'attimo seguente invece colpisce la prua e si frantuma in mille spruzzi che ti accecano, penetrano nella cerata, nelle ossa e nello spirito. E si ricomincia intirizziti dal freddo, sempre più a sud.




Adesso però l'alba sta sorgendo e devo dare questo maledetto ordine che mi costerà miglia, forse la regata, ma devo sottrarmi a questa attrazione fatale che rischia di portarci a schiantarci su un iceberg. Antartico attrazione fatale.

Siamo soli qui, soli con noi stessi di fronte alla maestosità della natura. Soli perché malgrado non so quanti miliardi di persone siamo al mondo, qui ci siamo solo noi e forse qualche decina di scienziati nella base sulla terraferma o meglio sul ghiaccio fermo qui di fronte.

Se nessuno viene qui e nessuno ci tornerebbe una seconda volta adesso capisco perché. Non c'è nulla qui, tutto è così niente che rischi di dissolverti in una nuvola di vapore acqueo subito ghiacciato e non sei più. Odio il freddo, non c'è nulla eppure esito per dare questo maledetto ordine di virare e non è per la regata. Allora perché? Che qualcuno mi aiuti a darlo questo ordine! Allontaniamoci! Siamo a 56 gradi e 02 primi sud. Continuiamo per rotta 240.

E la notte poi… La notte non vedi le onde arrivare ma le immagini, ti crei un mondo di mare freddo, di schiuma e frangenti tutti immaginario ed ad un certo punto il cielo nel mezzo della notte si accende dell'aurora boreale: non c'è spettacolo di luce di pari bellezza ed intensità! Non è possibile descriverlo con le parole, come non è possibile descriverne i colori a parole. È una luce.

Pure striature nel mezzo della notte: niente a che vedere con il sole, l'alba, la luna. Niente. È pura magia di luce che dura un attimo, quello in cui si trasforma, poi sparisce per apparire di nuovo e trasformarsi e ancora risparire. E tu sei lì, impalato al timone, di fronte a tanta rara bellezza, tremante di freddo. Si perde la bussola al Polo Sud: letteralmente e mentalmente. I

l polo magnetico è molto spostato rispetto al polo geografico e questo fa si che la nostra bussola devi dal nord geografico oltre 60 gradi, praticamente inutilizzabile. Inoltre l'ago cerca disperatamente di puntare giù, compensata dai magneti che glielo impediscono. Giù che poi sarebbe su. Al nord, come a bucare la terra, verso gli antipodi. Siamo a 56 gradi sud e 32 primi. Il vento è girato. Usciamo tutti in coperta, viriamo di bordo e ci prendiamo gli ultimi minuti in barba alla regata per scattare la fotografia di noi nel punto più a sud, raggiunto nell'Oceano Indiano.




Siamo sotto la neve. Tutto dura solo 15 minuti e quasi a beffarsi di noi il vento gira nuovamente. Viriamo di nuovo, verso sud ancora… Fino a quando??? Una grossa nera batuffolosa nuvola carica di neve e grandine fa da perno sulla nostra ultima virata. Questa volta la prua guarda a nord sul serio e per un po' si spera.

A tavola la conferma che l'attrazione fatale, l'attrazione del buco bianco, si sfalda: i cervelli ghiacciati riprendono a funzionare e ci vengono delle idee. È con sommo piacere e profonda convinzione che approvo l'idea di smettere di correre contro le altre barche e correre verso il waypoint "Bravo" appena a nord delle isole Kergueelen, in una corsa contro noi stessi e contro il tempo, invece che contro gli altri.

 Cape Town comincia ad attrarci e il Polo Sud diventa un ricordo alle nostre spalle temporali e geografiche. Cancello dalla lavagna di bordo tutti i numeri, le posizioni delle altre barche, le miglia percorse da noi, poche e dalle barche in testa, tante, e cominciamo una nuova navigazione sicuramente più leggeri, speriamo anche più veloci, sicuramente più contenti.



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Potremoli 31 luglio 2006, Vento di Prua, il libro di Amedeo Sorrentino edito da Longanesi, si classifica 4° al premio letterario Bancarella Sport.
Paolo Liguori ha presentato in piazza la finale del premio letterario Bancarella Sport. Requisiti: I libri devono essere ambientati nel mondo dello sport e pubblicati nell'anno 2005.Giuria: composta da 120 librai. N° libri selezionati: 63. Amedeo, trattandosi della sua prima opera letteraria,  si dice molto soddifatto del risultato e sta già pensando al seguito del suo racconto...





pagina modificata il 14.3. 2005.
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